Sommario
Ansia e insicurezza nei bambini sono diventati due aspetti sempre più presenti. Sono diversi i casi di bambini che a scuola, di fronte alla parola di un amico o un rimprovero dell’insegnante, hanno scatti di rabbia, ira e aggressività.
Molto spesso, oltre a questi comportamenti, i bambini possono diventare irrequieti, uscendo dall’aula, spintonando i compagni, fare su e giù dal corridoio. I tentativi che si mettono in atto per provare a calmarli sembrano ottenere l’effetto contrario. In quel momento è come se il bambino stesse manifestando un bisogno di sfuggire da quella situazione, da una frustrazione che lui/lei non riesce a tollerare.
Gli esperti in materia di psicologia evolutiva e scolastica sostengono che sono sempre più in crescita gli episodi di rabbia nei pre-adolescenti. In particolare nei bambini con età compresa tra i 6 e i 12 anni sono presenti problemi del controllo degli impulsi, disturbi dell’apprendimento e disturbi comportamentali.
Ma cerchiamo adesso di capire quali potrebbero essere i fattori psicologici che innescano queste reazioni nei più piccoli.
Ansia non riconosciuta
Proviamo a capire cosa succede quando ansia e insicurezza nei bambini producono alcuni effetti sul comportamento. Secondo il Dottor Jerry Bubrick, psicologo infantile presso il Child Mind Institute, al giorno d’oggi molti bambini non sono in grado di tollerare le critiche, anche quando queste sono costruttive.
Dal punto di vista emotivo, i bambini con ansia e insicurezza, possono reagire in diversi modi. Quando ad esempio ricevono un rimprovero possono sentirsi in imbarazzo. Il non saper gestire questa reazione di disagio innesca nell’immediato un agito di tipo comportamentale; in questi casi, il bambino non ha le capacità emotive per gestire la sensazione di imbarazzo e potrebbe manifestare un comportamento aggressivo o oppositivo come modalità per sedare l’ansia che sta vivendo.
Ansia e comportamento distruttivo
Genitori e insegnanti fanno spesso fatica a comprendere che alla base di queste reazioni vi è un’ansia non riconosciuta. Il bambino che manifesta un atteggiamento oppositivo o aggressivo sta semplicemente reagendo all’ansia che vive, ma potrebbe non esserne consapevole.
“Nei bambini più piccoli con ansia e insicurezza si può osservare un comportamento di attacco o congelamento, così come scoppi di ira e crolli emotivi”, sostiene la Dottoressa Rachel Busman, psicologa clinica.
E’ quindi fondamentale cercare di capire quali sono i motivi che innescano questi tipi di reazione e soprattutto come comportarsi.
Come si manifesta l’ansia nei bambini
L’ansia è primariamente una risposta fisiologica che subentra quando il corpo percepisce una minaccia fisica nell’ambiente circostante. In tutti questi casi, il nostro sistema di risposta allo stress reagisce innescando una risposta comportamentale di “attacco o fuga”. Poiché sono svariati i modi con cui si manifesta l’ansia e l’insicurezza nei bambini si possono riscontrare diverse situazioni:
- alcuni bambini mostrano ansia allontanandosi da situazioni sociali o oggetti che scatenano una paura;
- altri bambini reagiscono manifestando un bisogno schiacciante e improvviso di uscire da quella situazione mettendo in atto comportamenti oppositivi o provocatori.
In quest’ultimo caso, la risposta del bambino viene spesso giudicata ingestibile e interpretata erroneamente come comportamento rabbioso o oppositivo.
A proposito dell’ansia la Dottoressa Laura Prager, Direttriche del Child Psychoatry Emergency Service nel Massachussets afferma che:
“l’ansia è una di quelle diagnosi spesso mascherate. Può sembrare tante cose diverse. In particolare con i bambini che non hanno la capacità emotiva di esprimere a parole cosa stanno provando o che non vengono ascoltati dai genitori, potrebbero manifestare la loro ansia attraverso comportamenti disfunzionali”.
Sintomi di ansia nei bambini
Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, ogni bambino ha una sua modalità di esprimere l’ansia che sta provando. Anche dal punto di vista clinico, i sintomi dell’ansia nei bambini possono assumere svariate forme.
Alcuni bambini potrebbero presentare problemi nel dormire da soli nella propria stanza, difficoltà a separarsi dai propri genitori, evitare determinate attività ludiche con i coetanei, essere inibiti a livello comportamentale. L’ansia e l’insicurezza nei bambini può però anche manifestarsi attraverso scoppi d’ira, disagi a scuola, buttarsi per terra mentre sono al centro commerciale e così via.
Secondo la Dottoressa Prager, quando questi bambini intraprendono un percorso di sostegno psicologico e/o psicoterapeutico, è molto probabile che la diagnosi finisca per essere un disturbo d’ansia piuttosto profondo.
I bambini piccoli con disturbi d’ansia possono anche presentare allucinazioni. Secondo la Dottoressa Prager “quando i bambini piccoli dicono di sentire o vedere cose, potrebbe da una parte essere vero così come il contrario. Le allucinazioni potrebbero infatti non essere così nette e definite come nei pazienti adulti con diagnosi di schizofrenia. Possono quindi essere una manifestazione di ansia e questa è la modalità con cui il bambino la esprime”.
Ansia nei bambini e problemi scolastici
I bambini con un disturbo d’ansia non diagnosticato è molto probabile che a scuola manifestano comportamenti dirompenti, come gridare, perdere il controllo, spintonarsi con i compagni e così via. La scuola rappresenta un ambiente in cui le richieste e le aspettative da parte di insegnanti e genitori possono determinare una pressione su questi bambini che non sono in grado di gestire.
Il bambino può sperimentare confusione e incapacità di controllare la propria reazione e allo stesso tempo, gli insegnanti, non riescono a dare la giusta “lettura” a quel comportamento.
La Dottoressa Nancy Rappaport, Docente presso la Harvard Medical School specializzata in assistenza sanitaria mentale in ambito scolastico, afferma che l’ansia è una delle cause del comportamento distruttivo che si riscontra in molti bambini.
“Il problema è che quando i bambini ansiosi diventano distruttivi, allontanano gli adulti di cui hanno bisogno per sentirsi al sicuro e tranquillizzarsi. Invece di imparare a gestire la loro ansia, spesso finiscono per passare mezza giornata nell’ufficio del preside.”
Quando la Dottoressa Rappaport ha osservato i bambini durante le lezioni in classe si è resa conto di come spesso “recitino” scene traumatiche che vivono a casa.
“I bambini che agiscono comportamenti aggressivi è probabile che non si sentano al sicuro a casa. Possono comportarsi come terroristi a scuola, con comportamenti piuttosto intimidatori”.
I più a rischio, continua la Dottoressa Rappaport, sono i bambini con diagnosi di Disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (DDAI) che hanno subito traumi durante la crescita.
“Sono iper-vigili, il funzionamento esecutivo è deficitario, interpretano male i segnali e rispondono con aggressività, quasi come se si trovassero di fronte un nemico”.
Come aiutare i bambini a gestire l’ansia
La psicologia scolastica offre alcuni spunti di riflessioni per quegli insegnanti che si trovano spesso di fronte a bambini con comportamenti dirompenti o ansiosi. Per prima cosa l’insegnante deve essere in grado di costruire una relazione con il bambino, perché solo così sarà in grado di capire cosa realmente sta vivendo, cosa sta provocando quel comportamento. Facendo riferimento al lavoro clinico con bambini ansiosi, la Dottoressa Rappaport offre suggerimenti e strategie che gli insegnanti possono utilizzare con i bambini per aiutarli a calmarsi.
“Quando un insegnante comprende l’ansia che sta alla base del comportamento provocatorio o oppositivo, piuttosto che pensare che il bambino stia agendo di proposito quel comportamento, dovrebbe provare a cambiare il suo approccio. Provando ad accogliere e contenere l’ansia di quella situazione, potrà evitare un crollo definitivo del bambino”, suggerisce la Dottoressa.
Confondere l’ansia con il DDAI
Nell’ambiente scolastico molto spesso l’ansia viene confusa con DDAI o con il comportamento oppositivo-provocatorio. Alcuni bambini possono infatti manifestare difficoltà a scuola. Molto spesso gli insegnanti segnalano nei bambini:
- difficoltà di attenzione e concentrazione;
- comportamento irrequieto alzandosi sempre dalla sedia;
- fare molte domande;
- andare spesso in bagno;
- disturbare gli altri bambini e così via.
Il Dottor Busman sottolinea che “il suo comportamento disturba effettivamente gli altri bambini e l’insegnante potrebbe sentirsi frustrata, perché non comprende il motivo per cui faccia tante domande e perché, rispetto agli altri bambini, non riesce a seguire le regole”.
L’errore che si fa in questi casi è quello di interpretare il comportamento classificandolo come Disturbo da deficit di attenzione e iperattività di tipo disattento. In realtà, la manifestazione del bambino si avvicina più ad un disturbo dello spettro ansioso. I bambini con disturbo ossessivo-compulsivo, etichettati erroneamente come disattenti, in realtà non fanno tutte quelle domande perché non stanno ascoltando, ma piuttosto perché hanno bisogno di molte rassicurazioni.
3 suggerimenti per gestire l’ansia nel bambino
Yoga ed esercizi di respirazione
La pratica dello Yoga si focalizza su movimenti corporei dolci e lenti, accompagnati da esercizi di respirazione. Secondo la Dottoressa Molly Harris, insegnante di Yoga che lavora con i bambini, “quando il bambino sperimenta uno stato di ansia, si verificano cambiamenti corporei che coinvolgono la respirazione. Se lo stato di ansia non viene placato il bambino vive una situazione di stress prolungata”.
Nella pratica dello yoga i bambini imparano un “respiro addominale” che espande il diaframma e riempie i polmoni. Questo tipo di esercizio sollecita il corpo a entrare in uno stato di riposo attraverso il coinvolgimento del sistema nervoso parasimpatico. La frequenza cardiaca rallenta, la pressione sanguigna si abbassa e i bambini provano un maggiore senso di calma.
La Dottoressa Harris consiglia ai genitori di praticare lo Yoga insieme. Si possono consultare video online registrati da professionisti del settore in cui vengono spiegate accuratamente sia le posture che gli esercizi di respirazione.
Arteterapia
L’arteterapia consente ai bambini di dar sfogo alla propria creatività e di vivere quella situazione come un momento di libertà espressiva.
“I bambini che non sono in grado o non vogliono comunicare verbalmente i propri sentiment possono riuscire a esprimersi attraverso l’arte”, afferma la Dottoressa Meredith McCullock, della Cleveland Clinic. L’esperienza sensoriale del fare arte può essere rilassante e incoraggiare i bambini a restare focalizzati su quello che stanno vivendo in quel momento.
È quindi importante avere materiali prontamente disponibili e incoraggiare il bambino a usarli tutte le volte che lo desidera. I genitori devono concentrarsi sul processo di creazione, piuttosto che sul prodotto finito.
Sostegno psicologico e psicoterapia
I bambini possono necessitare di un consulto specialistico quando presentano sintomi ansiosi che tendono a sovrastarli e quando il benessere sociale e psicologico risulta compromesso. Se la situazione non migliora nonostante il supporto dei genitori, è importante consultare uno psicologo e/o psicoterapeuta. Il percorso terapeutico può coinvolgere anche i genitori soprattutto nel caso di bambini molto piccoli, perché spesso il sintomo del bambino è espressione di un disagio vissuto a livello familiare.
I genitori vengono così aiutati a comprendere cosa fare in determinate situazioni. Rispetto al lavoro con il bambino, psicologi e psicoterapeuti aiutano il bambino a sviluppare nuove abilità attraverso attività di gioco o disegno.
Proponendo alcune situazioni di gioco i bambini imparano a usare l’autocontrollo, essere pazienti, seguire le indicazioni, ascoltare, condividere, riprovare o affrontare la sconfitta.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro