App di incontri: le nuove relazioni dentro lo schermo

Le app di incontri e la presenza di siti web hanno reso sempre più facile incontrare persone nuove. Soprattutto nell’ultimo anno, la tecnologia ci ha permesso di mantenere e creare nuovi legami.

Studi recenti evidenziano che circa un terzo delle relazioni che raggiungono il matrimonio sono nate online. Questo ci porta dunque a fare delle riflessioni sociali e personali sul perché oggi gli incontri tra le persone avvengono tramite uno schermo.

Cosa succede nel cervello quando usiamo Tinder

Tra le app più studiate negli ultimi anni c’è Tinder, con più del 72% degli studenti universitari che lo utilizza. Quando gli utenti aprono Tinder, vengono presentati una serie di profili con annessa galleria di immagini.

In uno studio condotto presso il Donders Center for Cognitive Neuroimaging nei Paesi bassi, è stato scoperto che l’attività del nucleo accumbens, una regione del cervello coinvolta nell’elaborazione della ricompensa, è più attiva quando le persone si trovano di fronte a volti attraenti.

Molto spesso le persone credono che le persone attraenti siano più intelligenti, socievoli, competenti, amichevoli e affidabili. Sulla base di questa credenza, gli sviluppatori delle app hanno creato appositi servizi al fine di permettere agli utenti di presentarsi agli altri e ottenere una qualche forma di valutazione.

App di incontri e ricompense imprevedibili

L’aspetto della ricompensa in circostanze di questo tipo è ovviamente imprevedibile. Le ricompense imprevedibili determinano una maggiore attività in alcune regioni del cervello rispetto alle ricompense che possiamo prevedere.

Le slot machine del casinò sono un esempio di questo effetto. I giocatori non sanno quando, tirando una leva o premendo un pulsante, vinceranno un jackpot. Giocano sperando che alla fine, ma non esattamente quando, potrebbero vincere qualcosa.

Tinder funziona secondo lo stesso principio: gli utenti non sanno quando, durante lo scorrimento, si abbineranno ad un individuo che ritengono attraente. E gli utenti non sanno quando, dopo aver iniziato una conversazione, l’altro risponderà.

Inoltre, il profilo di quella stessa persona verrà visualizzato nell’app da altri utenti, anche se la persona in quel momento non la sta utilizzando. Ciò significa che quando gli utenti controllano le proprie app dopo un periodo di tempo prolungato, spesso scoprono di aver ottenuto nuove corrispondenze. Questa caratteristica “imprevedibile” mantiene gli utenti curiosi e agganciati.

Una spiegazione interdisciplinare per le app di incontri

L’uso problematico delle app di incontri potrebbe essere spiegato utilizzando il Modello delle componenti della dipendenza (Griffiths, 2005) che postula che tutti i comportamenti di dipendenza comprendono sei componenti fondamentali:

  • salienza: l’uso di app per incontri domina in larga misura la realtà cognitiva e comportamentale dell’individuo;
  • modifica dell’umore: quando si utilizzano le app di incontri si può assistere ad un’alterazione del tono dell’umore;
  • tolleranza: l’uso individuale delle app di incontri aumenta nel tempo;
  • astinenza: subentra angoscia quando l’uso dell’app viene interrotto per un periodo di tempo più lungo;
  • conflitto: l’uso di app di incontri influisce negativamente sulla realtà sociale dell’utente;
  • ricaduta: ritorno ai precedenti modelli di utilizzo dell’app dopo la sua interruzione.

Vediamo adesso più nel dettaglio il ruolo e le regioni cerebrali maggiormente coinvolte nell’uso delle app di incontri.

Il ruolo della corteccia prefrontale dorsolaterale

Recentemente, i ricercatori hanno ipotizzato che un unico flusso di valutazione governa le nostre scelte. Esiste una parte del nostro cervello chiamata corteccia prefrontale dorsolaterale che sembra modulare il modo in cui valutiamo le diverse opzioni.

Secondo il Modello decisionale basato sul valore, l’amigdala e lo striato ventrale si attivano in risposta alle scelte. Allo stesso tempo, la corteccia prefrontale ventromediale ha un valore soggettivo ed è quella dorsolaterale ad assegnare i pesi di ciascun valore.

Queste modifiche dipendono da una varietà di fattori, ma ciò che è certo è che il nostro cervello integra diversi valori e assegna un peso ad ognuno di essi in base ai nostri obiettivi. Per coloro che sono desiderosi di incontrare nuovi partner, la loro corteccia prefrontale dorsolaterale assegna un peso maggiore al valore di controllare spesso Tinder.

L’utilizzo di Tinder determina anche il problema del cosiddetto sovraccarico delle scelte. Il Dottor Barry Schwarz ha affermato che avere troppe opzioni riduce la probabilità che venga presa una qualsiasi decisione. Il sovraccarico di scelte riduce anche la nostra certezza che una scelta specifica possa essere quella corretta.

Un nuovo fenomeno digitale: il Ghosting

Il fenomeno del “ghosting” è ad oggi ben noto e documentato. Il termine “ghosting” è stato usato per descrivere l’atto di scomparire dalla vita di un partner ignorando le chiamate, i messaggi di testo e i messaggi dei social media.

In uno studio condotto da Gili Freedman al Dartmouth College, i ricercatori hanno intervistato 554 uomini e donne sulle loro esperienze di appuntamenti. Un quarto degli intervistati ha affermato di essere stato “fantasma” (Ghost) in passato, mentre un quinto ha affermato di essere vittima di ghosting.

Il ghosting è un fenomeno che tende sempre più ad aumentare perché le app danno la possibilità di perseguire molti più partner contemporaneamente ma senza ledere la reputazione nella propria cerchia sociale.

In passato, quando si incontrava qualcuno e lo si presentava agli amici, il ghosting non era così diffuso a causa dei costi sociali, cioè ci si preoccupava di cosa potevano pensare gli amici. Oggi le persone, ricorrendo alle app, non devono sostenere tali costi.

Le notifiche e la scarica di dopamina

Interagire attraverso Tinder per periodi molto lunghi modifica la nostra risposta cerebrale. I modelli neurobiologici hanno suggerito che la ricerca della ricompensa è associata alla dopamina.

Quando gli individui ottengono per la prima volta una ricompensa, cioè si sentono gratificati dopo aver “matchato” con qualcuno, l’attivazione dei neuroni della dopamina aumenta in risposta alla sensazione piacevole che stanno provando.

Alla fine, l’attivazione dei neuroni della dopamina si intensifica non in risposta alla ricompensa stessa cioè il “match”, ma al predittore della ricompensa, ossia sperare di aprire l’app e trovare un match. Sapere che potrebbe accadere qualcosa di buono ci spinge a provare più piacere della cosa in sé.

Tinder, così come altre app di dating costruite in modo simile, dirotta il sistema di apprendimento della ricompensa del cervello per mantenere gli individui agganciati. Tinder invia notifiche quando un utente ha una nuova corrispondenza. Quando gli utenti iniziano a ricevere per la prima volta tali notifiche, la loro velocità di attivazione dei neuroni dopaminergici non aumenta fino a quando l’utente non visualizza il profilo dell’individuo con cui si sono abbinati.

Tuttavia, nel tempo, l’utente potrebbe iniziare a ricevere una risposta di ricompensa semplicemente dalla notifica.

App di incontri e rischi psicologici

In termini di correlazioni di personalità, diversi studi hanno sottolineato che la socievolezza, uno stile di attaccamento ansioso, ansia sociale, minore coscienziosità, maggiore ricerca di sensazioni e promiscuità sessuale sono associati ad un uso più elevato di app di incontri. Alcune di queste caratteristiche come la maggiore estroversione, l’ansia sociale e la ricerca di sensazioni sono fattori coinvolti nella dipendenza da smartphone.

Ad oggi solo uno studio ha individuato una relazione tra autostima e uso problematico di Tinder. Considerando che l’attaccamento ansioso e in genere gli aspetti ansiosi sono associati a misure inferiori dell’autostima, si potrebbe sostenere che gli utenti ansiosi utilizzano le app di incontri per andare alla ricerca di una convalida. In tal senso, l’app promuoverebbe una sorta di rinforzo sociale positivo che aumenta le possibilità di continuare a utilizzare l’app per periodi di tempo molto lunghi, simili a quelli individuati nella dipendenza.

Un’altra forma di utilizzo problematico delle app di incontri, più nello specifico Tinder, è legato a specifiche ricerche sessuali. Gli studi esaminati supportano un’associazione tra l’uso di app di appuntamento e rapporti sessuali senza uso di contraccettivi. La ricerca di partner sessuali occasionali è facilitata inoltre dal fatto che molte app di incontri mostrano la distanza geografica tra gli utenti. Questa caratteristica strutturale può essere correlata a decisioni più impulsive e alla messa in  atto di comportamenti sessuali a rischio.

Altri studi hanno invece evidenziato come l’uso di app di incontri possa esporre a rischi specifici tra cui inganno, paura di molestie fisiche e sfruttamento finanziario. Tutte queste forme di esperienze generano conseguenze sulla salute mentale, inclusi sintomi clinici di depressione e disturbi alimentari.

Tutti i risultati presentati nel presente lavoro necessitano ovviamente di ulteriori ricerche e approfondimenti; pertanto non si può giungere ad una conclusione generalizzata. Sicuramente sarebbe fondamentale studiare l’esperienza emotiva degli utenti e considerare quanto i tempi e i modi di utilizzo possano influenzare il benessere personale, psicologico e sociale.

Conclusioni

Incontrare nuovi partner romantici è più facile che mai con l’ascesa dell’app di incontri. Nonostante i grossi colossi tecnologici affermino di fornire semplicemente piattaforme che promuovono comportamenti sociali, in realtà, gli studi confermano un cambiamento dei nostri comportamenti e delle risposte neurobiologiche.

Se gli utenti incontrassero il loro unico vero amore su Tinder, eliminassero l’app senza più utilizzarla, il modello di business di Tinder non avrebbe così tanto successo. Spetta quindi alle aziende tecnologiche e ai ricercatori trovare modi in cui le app di incontri possano essere utilizzate in modo sicuro e responsabile.

A cura della Dottoressa Giorgia Lauro

Bibliografia

  • Best, K., & Delmege, S. (2012). The filtered encounter: Online dating and the problem of filtering through excessive information. Social Semiotics, 22(3), 237–258.
  • Chin, K., Edelstein, R. S., & Vernon, P. A. (2019). Attached to dating apps: Attachment orientations and preferences for dating apps. Mobile Media and Communication, 7(1), 41–59.
  • Orosz, G., Benyó, M., Berkes, B., Nikoletti, E., Gál, É., Tóth-Király, I., & Bőthe, B. (2018). The personality, motivational, and need-based background of problematic Tinder use. Journal of Behavioral Addictions, 7, 301–316.
  • Jung, J. H., Bapna, R., Ramaprasad, J., & Umyarov, A. (2019). Love unshackled: Identifying the effect of mobile app adoption in online dating. MIS Quarterly, 43(1), 47–72.
  • Griffiths, M. (2005). A “components” model of addiction within a biopsychosocial framework. Journal of Substance Use, 10(4), 191–197.