Cervello ed emozioni

Il cervello rappresenta un organo molto complesso. Grazie alla sua attività è in grado di controllare e coordinare tutto ciò che riguarda il nostro corpo, dal movimento delle dita alla frequenza cardiaca.

La letteratura scientifica è ricca di studi che mettono in evidenza come il cervello svolga anche un ruolo cruciale nel modo in cui controlliamo ed elaboriamo le nostre emozioni. Da questo punto di vista, gli studi sono stati in grado di individuare alcune aree cerebrali e il loro ruolo nel controllo di emozioni come paura, rabbia, felicità e amore.

Cosa sono le emozioni

L’emozione è un’esperienza complessa della coscienza, accompagnata da una sensazione corporea e comportamentale che riflette il significato persona di una cosa, un evento o uno stato di cose. Come scriveva Aristotele, “le emozioni sono tutti quei sentimenti che cambiano gli uomini in modo tale da influenzare i loro giudizi, e che sono accompagnati anche dal dolore o dal piacere.”

L’emozione è una categoria eterogenea che comprende un’ampia varietà di importanti fenomeni psicologici. Alcune emozioni sono molto specifiche, nella misura in cui riguardano una persona, un oggetto o una situazione particolare; altre, come angoscia, gioia o depressione, sono molto generiche.

La struttura delle emozioni

Diverse discipline scientifiche come la biologia, psicologia, neuroscienze, antropologia, sociologia, marketing e comunicazione,sono interessate allo studio delle emozioni. Di conseguenza, sono emerse prospettive distintive sulle emozioni, appropriate alla complessità e alla varietà delle emozioni stesse. È importante, tuttavia, considerare queste diverse prospettive non come competitive ma come complementari, ciascuna potenzialmente in grado di fornire informazioni su quelle che possono essere chiamate le diverse “strutture delle emozioni”.

Parlare di “struttura” delle emozioni significa rifiutare l’idea che siano semplicemente “sentimenti” amorfi o che non abbiano ordine, logica o razionalità. Al contrario, le emozioni sono strutturate in diversi modi: dalla neurologia sottostante, dai giudizi e valutazioni che entrano in esse, dal comportamento che le esprime o manifesta, e dai più ampi contesti sociali in cui si verificano.

Pertanto, si potrebbe dire che un’emozione è un “fenomeno neuro-fisiologico-comportamentale-valutativo-esperienziale-sociale integrato”.

Emozioni diverse manifesteranno tali strutture in misura diversa e in modi diversi, a seconda dell’emozione specifica, del suo tipo e delle circostanze.

Dove nascono le emozioni nel cervello

Il sistema limbico è un gruppo di strutture interconnesse situate nella zona profonda del cervello. Grazie alla sua attività è in grado di coordinare le risposte emotive e comportamentali. Nonostante non vi sia un accordo unanime tra gli scienziati sull’elenco completo delle strutture che compongono il sistema limbico, le seguenti sono quelle maggiormente conosciute:

  • ipotalamo: oltre a controllare le risposte emotive, l’ipotalamo è anche coinvolto nelle risposte sessuali, nel rilascio di ormoni e nella regolazione della temperatura corporea;
  • ippocampo: svolge un ruolo nel modo in cui riusciamo a comprendere le dimensioni dello spazio esterno e aiuta a preservare e recuperare i ricordi;
  • amigdala: aiuta a coordinare le risposte a situazioni dell’ambiente esterno, in particolare quelle che innescano una risposta emotiva. Gioca inoltre un ruolo fondamentale nelle risposte di rabbia e paura;
  • corteccia limbica: si compone di due strutture, il giro cingolato e il giro paraippocampale, responsabili dei comportamenti sottostanti l’umore, la motivazione ed il giudizio.

Vedremo ora più nel dettaglio quali sono le aree cerebrali associate alle diverse emozioni.

Cervello ed emozioni: il controllo della paura

La paura è un’emozione molto importante perché consente di rispondere in modo appropriato a situazioni di pericolo. Dal punto di vista biologico, questa risposta si genera a partire dall’amigdala e successivamente dall’ipotalamo.

Negli studi effettuati si è infatti osservato che persone con danni cerebrali che interessano l’amigdala non sono più in grado di rispondere in modo appropriato alle situazioni pericolose. Quando l’amigdala stimola l’ipotalamo, innesca la cosiddetta “risposta di attacco-fuga”. L’ipotalamo ha il compito di inviare segnali alle ghiandole surrenali che iniziano a produrre ormoni, come adrenalina e cortisolo.

Quando questi ormoni vengono rilasciati nel flusso sanguigno, la persona sperimenta solitamente alcuni cambiamenti fisiologici, come nella frequenza cardiaca e respiratoria, aumento degli zuccheri nel sangue, aumento della sudorazione.

Il ruolo dell’amigdala non è circoscritto alla risposta di lotta-fuga, perché è anche responsabile nell’apprendimento della paura. È cioè centrale in quel processo mediante il quale si sviluppa un’associazione tra determinate situazioni e sentimenti di paura.

Cervello ed emozioni: il controllo della rabbia

Proprio come la paura, la rabbia è una risposta a minacce potenziali o fattori di stress presenti nell’ambiente circostante. Quando ci troviamo in una situazione che sembra pericolosa ma non è possibile scappare, probabilmente la risposta emotiva sarà regolata dalla rabbia o l’aggressività.

Ovviamente, una risposta rabbiosa o aggressiva non insorge solo in situazioni di pericolo. Spesso, anche mentre ci si trova nel traffico e si ha molta fretta, è probabile che subentri una risposta di rabbia.

Proprio come per l’emozione della paura, la rabbia si innesca a partire dall’amigdala, che a sua volta stimola l’ipotalamo. Tuttavia, nell’espressione di questa emozione un ruolo centrale è svolto anche dalla corteccia prefrontale.

Le persone che presentano danni in quest’area cerebrale hanno spesso difficoltà a controllare le proprie emozioni, in particolare rabbia e aggressività.

Cervello e felicità

La felicità è un termine con il quale si indica generalmente una sensazione di benessere e soddisfazione. La presenza di un’emozione di questo tipo è spesso accompagnata dalla presenza di pensieri e sentimenti positivi.

Studi di neurobiologia suggeriscono che la risposta alla felicità abbia origine in parte nella corteccia limbica. Un’altra area, chiamata precuneo, sembra infatti essere coinvolta.

Il precuneo è coinvolto nel recupero dei ricordi, nel mantenimento del senso di consapevolezza di sé e ci aiuta a focalizzare l’attenzione quando ci muoviamo nell’ambiente circostante.

In uno studio condotto nel 2015 si è osservato che le persone che presentano un volume di materia grigia maggiore nel precuneo destro riferivano di sentirsi più felici. I neuroscienziati pensano che il precuneo elabori determinate informazioni e le converta in sentimenti di felicità.

Ad esempio, quando immaginiamo di trascorrere una serata meravigliosa con qualcuno e la associamo ad un nostro ricordo, è molto probabile che sperimentiamo una sensazione di felicità.

Amore e cervello

Sembra paradossale ma quando incontriamo qualcuno che ci piace il nostro cervello attiva il sistema di risposta allo stress, un sistema deputato nel controllo dell’ansia. Tuttavia, quando ci infatuiamo di qualcuno è molto probabile sperimentare ansia e nervosismo.

Sono proprio queste sensazioni che, attivando l’ipotalamo, innescano il rilascio di altri ormoni come la dopamina, l’ossitocina e la vasopressina. La dopamina è un neurotrasmettitore associato al sistema di ricompensa del cervello.

Significa che quando proviamo una sensazione piacevole il nostro cervello produce una maggiore quantità di dopamina creando così un legame anche a livello cerebrale. È questo meccanismo che i porta a vedere l’amore come un sentimento desiderabile.

Un piccolo studio condotto nel 2005 ha mostrato ai partecipanti l’immagine del partner, di cui erano profondamente innamorati. Successivamente, gli hanno mostrato la foto di un conoscente. Gli scienziati hanno osservato che quando si mostra alle persone una foto della persona che si ama, la risposta cerebrale si attiva in tutte quelle aree del cervello che sono ricche di dopamina.

L’ossitocina viene spesso definita l’ormone dell’amore e dei legami sociali. Ciò è in gran parte dovuto al fatto che aumenta quando abbracciamo qualcuno o raggiungiamo un orgasmo. Viene prodotta nell’ipotalamo e rilasciata attraverso la ghiandola pituitaria. L’ossitocina è anche responsabile della fiducia e della costruzione di una relazione.

La vasopressina è prodotta in modo simile dall’ipotalamo e rilasciata dalla ghiandola pituitaria. In modo simile all’ossitocina, è coinvolta nella formazione di un legame emotivo e sociale con un partner.

Conclusioni

Come si è detto all’inizio dell’articolo, il cervello è un organo complesso che richiede approcci sempre più specifici. Gli esperti hanno identificato il sistema limbico come una delle parti principali del cervello che controlla le emozioni di base.

Man mano che la tecnologia evolve e gli scienziati raggiungono una visione più accurata della mente umana, probabilmente impareremo di più sulle origini di emozioni più complesse.

A cura della Dottoressa Giorgia Lauro