Gli effetti delle punizioni fisiche sui bambini possono manifestarsi in diversi ambiti: da quello biologico, psicologico e sociale.
Indubbiamente, tutti durante l’infanzia abbiamo ricevuto qualche sculacciata. Magari alcuni di noi l’avranno ricevuta anche in pubblico oltre che tra le mura domestiche. Sculacciare i bambini è una pratica legale in diverse parti del mondo; tuttavia, non sempre ciò che è legale è necessariamente giusto.
Picchiare i bambini ricorrendo alle sculacciate o altre punizioni fisiche che producono dolore possono determinare alcune conseguenze psicologiche. Quando un genitore agisce comportamenti fisici punitivi nei confronti del bambino senza preoccuparsi di fornire una spiegazione del perché di quel gesto, espone il bambino a diversi rischi.
La letteratura scientifica ha messo in evidenza che le punizioni fisiche possono determinare nel bambino:
- comportamenti antisociali;
- aggressività;
- disregolazione emotiva;
- problemi di salute mentale.
Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista “Child Development”, la punizione fisica può inoltre alterare la funzione cerebrale.
Punizione fisica: gli effetti sul cervello
Lo studio condotto dai ricercatori ha valutato la relazione tra l’essere sculacciati e le risposte prodotte dal cervello. Per simulare la risposta neurale ai bambini che hanno partecipato alla ricerca i ricercatori hanno mostrato sia volti di persone con espressioni di rabbia e spavento e sia volti di persone con espressioni neutre.
Il gruppo di partecipanti era composto da 107 bambini che non presentavano esperienze di sculacciate e punizioni fisiche, e da altri 40 bambini che invece vivevano situazioni di questo tipo.
In questo secondo gruppo i ricercatori hanno osservato una maggiore stimolazione in alcune regioni della Corteccia prefrontale mediale e laterale. Questi cambiamenti cerebrali erano indotti dalla visione di volti che presentavano un’espressione di rabbia, spavento e aggressività rispetto alle foto con espressione di volti neutri.
I risultati di queste osservazioni condotte con l’utilizzo della Risonanza magnetica funzionale (fMRI) erano simili ai risultati osservati in altri studi che esaminavano le reazioni dei bambini ad altre forme di maltrattamento come quello sessuale, fisico e psicologico.
Altri cambiamenti sono stati osservati in quelle aree del cervello responsabili della regolazione delle risposte emotiva come la mentalizzazione o funzione riflessiva, la memoria autobiografica e altri aspetti legati alle informazioni sociali.
La punizione fisica ha un valore educativo?
Alla luce dei risultati emersi in diversi studi, la comunità scientifica suggerisce che i genitori dovrebbero smettere di punire fisicamente i propri figli.
“Gli Stati Uniti e altri paesi del mondo dovrebbero scoraggiare l’uso delle punizioni corporali attraverso l’istruzione pubblica e il divieto legale, seguendo la Convenzione sui diritti dell’infanzia, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e le solide prove scientifiche sulle conseguenze dannose delle punizioni fisiche”, hanno dichiarato gli autori dello studio.
Anche l’American Academy of Pediatrics, l’American Medical Association e l’American Psychiatric Association condividono il pensiero degli autori.
Secondo quest’ultima “i bambini hanno bisogno di amore, sostegno e genitori che si pongano come una guida autorevole e sicura. I genitori devono essere educati e incoraggiati a utilizzare approcci genitoriali positivi. Mostrare calore, avere una comunicazione aperta, stabilire dei limiti e premiare un comportamento positivo sono alcuni dei comportamenti genitoriali necessari per garantire uno sviluppo psicologico sano dei bambini”.
Le alternative alla punizione
Considerati gli effetti delle punizioni fisiche sui bambini, invece della sculacciata, i genitori possono ricorrere ad altre metodologie per educare i bambini.
Primariamente, quando un bambino si comporta bene, compito del genitore è premiare quel comportamento e rinforzarlo positivamente. In questo modo i bambini sono maggiormente incoraggiati a ripetere quel comportamento.
Secondariamente, i bambini piccoli spesso agiscono volontariamente i capricci come modalità per attirare l’attenzione del genitore. A volte può capitare che il bambino si dimeni per terra, piangendo, urlando, lanciando oggetti e questo può portare il genitore a sentirsi stressato. Perdere la pazienza in queste circostanze spesso si accompagna ad una punizione fisica nei confronti del bambino.
La psicologia infantile e la pedagogia suggeriscono invece che, in situazioni di questo tipo, il genitore deve ignorare il comportamento, fino a quando il bambino non è in grado di calmarsi da solo. Con il tempo, mettendo in atto sempre questo comportamento, il bambino capirà che il genitore non si rende disponibile e che quindi per lui non è previsto nessun beneficio. Questo lo spingerà a modificare le sue reazioni ed i suoi comportamenti durante il capriccio.
I genitori dovrebbero quindi rimanere calmi durante i capricci del bambino e soprattutto premiare tutti i comportamenti positivi che seguono il capriccio. Solo così, con il passare del tempo, si andrà incontro a quella che viene chiamata “estinzione della situazione-problema” che riguarda il bambino.
Come educare i bambini senza punizioni
Come si è potuto osservare la punizione fisica non aiuta a migliorare il rapporto genitore-figlio. Oltretutto, ricorrere a pratiche fisiche punitive genera nel bambino reazioni di rabbia e di difesa. La scarica di adrenalina e gli altri ormoni che vengono prodotti quando il bambino riceve una sculacciata alterano il funzionamento di alcune parti del cervello – quelle preposte al ragionamento e alla collaborazione.
La punizione genera quindi una disconnessione dai propri figli; il bambino, ricorrendo ad un atteggiamento difensivo, apprende che forse è meglio mentire per evitare di essere scoperti.
Vediamo adesso le strategie da adottare come alternativa alla punizione fisica.
Regola le tue emozioni
I bambini imparano a gestire le proprie emozioni osservando i comportamenti dei genitori. Questi si pongono come modello, quindi è preferibile non agire quando siete arrabbiati. Meglio fare un respiro profondo e aspettare di essere calmi prima di affrontare la situazione. Ricordatevi sempre che agire di impulso ha effetti controproducenti.
Educare ai sentimenti e all’empatia
Quando il bambino si trova in una condizione in cui il genitore lo punisce fisicamente, il cervello risponde inviando segnali di allarme, producendo ormoni dello stress e forti scariche di adrenalina. Questa risposta cerebrale pone il bambino in una condizione in cui non riesce ad apprendere.
In queste situazioni i genitori dovrebbero prevenire il comportamento negativo e aiutare il bambino a esprimere i suoi sentimenti, come si sente in quel momento.
Questa non è una punizione, ma un’opportunità per creare una connessione emotiva con le sue emozioni e con il genitore. Di fronte a un crollo o un capriccio meglio rimandare il confronto ad un momento successivo.
In un secondo momento, il genitore può infatti aiutare il bambino a parlare delle emozioni che provava e che hanno guidato il comportamento negativo. Si è osservato che quando i bambini riescono a parlare con i propri genitori delle proprie sensazioni, si sentono molto meglio e molto più vicini a lui.
Fornire un supporto che sia da esempio
Quando i bambini da piccoli devono abituarsi all’utilizzo del vasino i genitori sono molto coinvolti nella fase iniziale. Con il passare del tempo poi il bambino è in grado di svolgere questo compito da solo. Lo stesso principio vale per insegnargli a dire grazie, rispettare i turni di conversazioni, fare i compiti e così via.
Sono infatti le routine che forniscono “l’impalcatura” affinché il bambino apprenda le abilità di base.
Prima di sgridarlo pensa alle sue emozioni
Anche se il bambino agisce un comportamento negativo, prima di passare subito alla punizione, rifletti su quali emozioni sta provando in quel momento. È bene ricordare ai genitori che spesso i bambini assumono comportamenti-problema quando stanno vivendo un’emozione negativa e si sentono disconnessi dai genitori.
Si può ad esempio guardare il bambino negli occhi e dirgli “sembra che tu sia davvero arrabbiato oggi”. Quando si parla con i bambini è sempre meglio abbassarsi fisicamente al loro livello e guardarli negli occhi o prenderli in braccio.
Stabilire dei limiti
Alcune regole non sono semplici da rispettare e il genitore deve avere un po’ di pazienza. È importante esplorare il punto di vista del bambino, perché quando si sentono compresi sono più propensi ad accettare le regole. Fornite sempre dei suggerimenti alternativi su quello che il bambino potrebbe fare in determinate situazioni.
Se ad esempio ha l’abitudine di spingere la sorellina più piccola quando deve fare qualcosa, il genitore dovrebbe suggerire che la spinta potrebbe far male e che è preferibile chiederle di “spostarsi”.
In altri casi, quando i bambini hanno la tendenza a mordere i fratelli/sorelle, il genitore dovrebbe incoraggiare il bambino a esprimere a parole la rabbia che sta vivendo così da abituarlo ad esprimere l’emozione in un modo diverso.
Insegna ai bambini a correggere i loro errori
Il genitore deve essere il primo a saper riconoscere i propri errori. Se il bambino rovescia una tazza di latte o di thè il genitore può commentare dicendo che è un qualcosa che capita a tutti, dargli dei tovagliolini e aiutarlo a ripulire senza colpevolizzarlo o farlo vergognare di ciò che è successo.
Man mano che cresce e le situazioni saranno diverse, ad esempio un litigio con un fratello o una sorella, invitarlo a riflettere su cosa poter fare per riconciliarsi con lui/lei è un’ottima strategia. È inutile il semplice rimprovero, perché l’obiettivo è promuovere sempre un nuovo atteggiamento.
Trascorri del tempo con lui ogni giorno
Ogni interazione che avviene tra genitore e figlio è sempre una nuova opportunità di connettersi emotivamente. Una volta al giorno sarebbe consigliabile che il genitore spenga il telefono, chiuda il computer e dica al figlio “per i prossimi 20 minuti sono tutto tuo. Cosa facciamo?”.
Essendo adulti abbiamo dimenticato cosa significhi essere pasticcioni e spensierati, quindi il consiglio è di lasciarsi andare completamente e farsi guidare dal bambino. Ridere insieme allenta l’ansia e le paure. Fate una battaglia con i cuscini, fingete una lotta o fatevi le coccole.
È questo il modo perfetto per accettare tutti i sentimenti che i bambini vivono in quel momento e soprattutto il modo più sano per insegnare a tuo figlio che insieme si può collaborare e divertirsi.
A cura della Dottoressa Giorgia Lauro